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description"Libro di Habbo" "Guardians" Ep.63 Esplorando i segreti Empty"Libro di Habbo" "Guardians" Ep.63 Esplorando i segreti

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Spongy: "Cavalluccio, puoi parlare quanto vuoi ma loro hanno ormai deciso.. Badate che io non verrò neanche sotto tortura appresso a voi! Voi vi cacciate in questo guai e voi ci rimetterete la pelle!" -il Pony scostò al lato la folta criniera in segno di disappunto-

Lucas: "Ehi! Vedi che ci sono anch’io nel gruppo e tu in quanto animale protettore devi seguirmi anche se vado a gettarmi in un vulcano!" -dando un piccolo schiaffo sulla schiena del pony-

Spongy: "In quel caso verrò di sicuro! Ti aiuterò a buttarti più facilmente!" -e il padrone scoppiò a ridere insieme allo stesso pony-

Stella: "Qui le cose sono serie.. Dobbiamo solo decidere cosa fare.. Beh non possiamo dire di essere una delle migliori squadre in assoluto in tutta Cristaly però neanche siamo così deboli!"

Clatrina: "Stella ti faccio presente che neanche la preside si è scagliata totalmente contro quell’uomo quando voleva falciare la testa del nostro Lucas.."

Lucas: "Preferisco non nominare quella vecchia! Peggio di quello che ha fatto non poteva fare perciò se avesse lasciato che mi uccidesse, non avrebbe fatto una figura peggiore. Io comunque non ho paura di quei 10, saranno anche assassini, ma non conoscono ancora la mia forza distruttiva! Soprattutto se riguarda Jessie! Non possiamo certo lasciarla in mano a quelli! Lei è scappata, da chissà quali obblighi e adesso rischia la vita, ci rendiamo conto? Con quella gente sono sicuro che il dialogo è sprecato, sono parole date al vento, perciò conviene lottare come non mai e farla finita una volta per tutte!" -silenziosamente qualcuno, in mezzo a tutti quegli scaffali, in mezzo ai pochi studenti in mattinata immersi nelle loro ricerche, troppo impegnati per poter occupare l’udito nell’ascolto del gruppo, vi era un piccolo ed innocente sguardo spione che non faceva altro che mantenersi attento e vivo nei riguardi dei dubbiosi ragazzi-

Dakota: "..Lo immaginavo, non aspettano altro che andare su Pagos per fare chissà cosa ma se sapessero la bestialità di quei 10, tornerebbero a casa di corsa, senza neanche voltare lo sguardo all’indietro, non posso uscire allo scoperto, non ora, non è ancora arrivato il momento.. Le parole non servono con quei ragazzi, per quanto siano saggie, continueranno ad agire seguendo la propria testa e mai ascoltando gli insegnamenti impartiti.. Chiedere l’intervento di Ginevra non ha senso, avrebbe lo stesso risultato fallimentare di qualunque altro professore o adulto generico.. Bisognerà solo attendere.." -e la preside ragazzina si dissolse nell’oscurità dei punti ciechi della grande biblioteca-, tra alti scaffali e libri polverosi-

Riccio: "Vi prego ragazzi, ripensateci! Non ricordate cosa vi disse Jessie? Dovete per prima cosa pensare a recuperare Yeti e Teddy, questo è stato l’ultimo desiderio espresso da Jessie e voi volete fare tutto l’opposto? Siete sicuri di questa scelta?" -seccamente Clatrina rispose-

Clatrina: "E se noi liberassimo Yeti e Teddy e poi, arrivati a Pagos, trovassimo la testa di Jessie ai nostri piedi?! Ci hai pensato Riccio?! A cosa sarebbe servito?!" -innervosita, fuori di sé, stressata per una decisione tanto sofferta quanto amara, rischiosa-

Riccio: "Clatrina hai pensato alla vostra morte? Ti preoccupi solo per gli altri ma anche voi siete in pericolo se avete intenzione di dirigervi in quel postaccio, e se moriste? Chi libererebbe Yeti e Teddy? Chi mai si occuperebbe di loro? Come credi che si sentiranno una volta venuti a sapere della nostra morte e di quella di Jessie? Credi che non avranno i sensi di colpa per non essere riusciti a proteggerci? Adesso sei ancora convinta delle tue idee?!" -alzò anche il cavalluccio, sempre calmo, sempre docile con tutti, ma questa volta anche lui fece sentire la propria voce, fece udire il suo disappunto su un qualcosa che presentava solo due strade, una più impervia e dubbiosa dell’altra, una più oscura e ripida dell’altra, eppure dovevano prima o poi percorrere entrambe-

Lucas: "Dividersi i compiti non avrebbe senso.. Sono entrambe due missioni complicate, della quale non conosciamo neanche i mezzi per riuscire a fare il primo passo: come facciamo a liberare Teddy e Yeti e come facciamo a raggiungere Pagos? Abbiamo ancora troppe domande senza risposta, come intendiamo procedere? Con quali armi partiamo in questa guerra?" -Lucas finì di parlare e si sedette ad una delle sedie lì vicino, poste ai piedi delle tante scrivanie-

Stella: "Liberare i cuccioli credo sia la cosa più diretta e spontanea da fare.." -tutti si voltarono verso la precedente silenziosa fata e ascoltarono- "Pensateci, liberare Yeti e Teddy comporterebbe per prima cosa un aumento numerico della nostra squadra, che passerebbe dall’avere 5 componenti ad averne 7 e poi non dimentichiamoci l’aiuto che potrebbe darci Yeti.." -fu interrotta-

Spongy: "Ragazza, come fai a dare per scontato che Yeti provenga da Pagos? Nulla impedisce che possa provenire da qualsiasi altro pianeta" -ma risolse subito il dubbio-

Stella: "Se ci pensi anche tu provieni dallo stesso pianeta di Lucas e lo stesso vale per Clatrina e per me, i nostri protettori sono stati scelti sui nostri stessi pianeti, perciò dedurre che sia lo stesso per Yeti è cosa scontata. Forse lui saprebbe dirci ancora di più sui 10 di quello che sappiamo adesso! Inoltre la soluzione al problema del come liberarli la portiamo appresso da sempre.." -afferrando con la mano il ciondolo di smeraldo che aveva al collo, lo stesso di quello dei cuccioli presenti- "Sappiamo che esiste un flusso magico all’interno dello smeraldo di Sarima e se ci pensate all’ultima lezione del professor Appell ci venne spiegato un incantesimo di visione magica tramite un oggetto collegato ad un altro, anche lontano.. Non sappiamo esattamente come Riccio e Spongy siano riusciti a tornare da quella realtà alternativa creata da Lorden, però sappiamo per certo che non sono stati uccisi altrimenti non sarebbero neanche qui.. Non ricordano nulla perciò questo è penalizzante.." -il ragionamento fu seguito poi da una riflessione di Clatrina-

Clatrina: "Certo però se immaginiamo che lo smeraldo li abbia cacciati fuori da quella realtà allora perché la pietra di entrambi conserva ancora la piena magia di partenza? Sappiamo che non può rigenerarsi, ha un tot. Di magia presente e stop però, per qualche strano motivo, questa è ancora totalmente presente nelle loro due pietre.. E se hanno usato lo smeraldo di Sarima per uscire perché Yeti e Teddy non hanno fatto lo stesso?" -rimasero per qualche momento in silenzio-

Riccio: "Scusate.. Stavo pensando, ma se, come sospettato da Clatrina, è stato lo smeraldo a tirarci fuori, forse tramite lo stesso smeraldo possiamo andare da Teddy e Yeti e liberarli no? Possiamo almeno provare.. Almeno così avremo un punto di partenza più solido rispetto a qualsiasi altra strana teoria!" -sicuramente cosa giusta venne detta dal piccolo cavalluccio infatti non rimasero troppo a rimuginarci ulteriormente e subito raccolsero le loro cose, presero in prestito i pesanti e antichi libri usati per le loro ricerche, sempre indispensabili per approfondimenti ulteriori, e lasciarono la Biblioteca dirigendosi così verso la lezione di erbologia della Professoressa Tressavia mentre avevano già perso un’ora di pozionologia, oggi sostenuta da un supplente del Preside Anvisio, ancora ricoverato in Infermeria ma sulla via della guarigione totale, più lenta data l’assenza di Talessa dalla quale ancora non venne fuori nessuna notizia, né bella né brutta-.

Uscirono dalla biblioteca, camminarono a passo molto veloce per non rischiare di fare ritardo soprattutto perché si trattava della Tressavia, austera contro i ritardatari, i dispotici e i bigotti. Oltrepassarono, con un debito di ossigeno sempre più alto, la pesantezza che ricadeva sulle spalle chi da un solo lato chi da entrambi, mentre i cuccioli dei ragazzi cercava di aiutare rientrando nelle loro capacità e possibilità. In lontananza, quasi arrivati all’aula, videro sbucare dal corridoio difronte proprio la Professoressa, inviperita e più impaziente del solito, non lo è mai ma quel giorno più degli altri: fecero un ultimo scatto, corsero il più possibile, lasciarono i libri pesanti della biblioteca ai cuccioli che rimasero fuori dalla classe ed entrarono immediatamente, presero posto giusto in tempo per rialzarsi e dire il classico “buongiorno” alla professoressa più serrata di tutte.

Prof.ssa Tressavia: "Non è mai giornata, ma oggi gli astri hanno dato il meglio di loro stessi. Oggi niente serra, hanno fatto esplodere una Cleistocactus winteri, neanche le piante ornamentali stanno bene dove stanno ormai, perciò per oggi ne ho abbastanza della vostra ignoranza e stupidità. Teoria, teoria e teoria serrata, non voglio lamentale, non voglio scuse, non voglio proposte, voglio solo vedere su quei banchi i libri di erbologia di base la pagina 3026. Oggi saltiamo un paio di argomenti per approfondire un lato dell’erbologia riservato allo specifico utilizzo medico-sanitario affinché possiate capire e comprendere appieno la vastità della natura, i suoi molteplici utilizzi e soprattutto saper uscire dalle brutte situazione nel momento in cui sono la natura può darti le chiavi per la via di fuga.." -qualche sussurro volò per la classe giusto il momento in cui la professoressa ebbe voltato le spalle agli studenti-

Clatrina: "E menomale che saltavano solo un paio di argomenti qua minimo ci stanno i ¾ del programma, non che mi dispiaccia! Ci mancherebbe! Le piante stanno dove non sto io, è legge naturale, divina!" -la lezione proseguì e per il momento occorre riprendere un grande templare, anch’esso ha abbandonato Cristaly, ignaro di tutti gli eventi accaduti dalla sua partenza fino a questo momento, ovviamente stiamo parlando di Locui, partito per Mizu alla ricerca di maggiori informazioni su Arcadio e il suo ipotetico esercito e soprattutto, l’obiettivo principale e fondamentale della missione è quello di scovare e raccogliere il numero massimo di Gemme di corallo necessarie per la cura del Negalosma esogeno della quale ne soffre la stessa Stella in primis-

Intanto a Mizu all’inizio del viaggio del Preside templare..
Locui si ritrovò, teletrasportato dalla preside Cosmia, su un isolotto, nel pieno Oceano disperso, l’unico posto in cui il passaggio interspaziale potesse funzionare affinché il templare potesse prepararsi a dovere nella lunga immersione che ne sarebbe conseguita. Approdato sull’isola, non disse neanche una parola, non commentò il brusco spostamento, non commentò sul luogo deciso dalla Preside, ma semplicemente sottostò a ciò che gli venne offerto dal destino: prese una fiala, contenente dello strano liquido azzurrino, appesa al suo cinturino insieme ad altre, ne sfilò il tappo di sughero e la bevette tutta d’un sorso.

Locui: "La professoressa Tressavia ha saputo sicuramente rendere più godibile questa bevuta mantenendo l’efficacia della pozione: sa che non amo queste cose eppure un templare è un buon templare quando sa riconoscere l’alto muro dei suoi limiti. Cosmia mi avrà sicuramente teletrasportato nel luogo in cui sorge Mizu, dovrebbe infatti esserci un ulteriore teletrasporto che porta direttamente all’interno della Scuola, un mulinello per l’esattezza ma usare quello comporterebbe la rottura del piano fin dall’inizio. Nuoterò fino alle profondità di questo Oceano, anche a costo di raggiungere le sue profondità più remote e inesplorate." -smise di parlare e immediatamente si gettò in acqua, bastava nuotare verso il basso e grazie alla pozione preparata dalla Tressavia adesso il templare era in grado di respirare sott’acqua e soprattutto avere l’agilità, la vista e l’olfatto come se fosse sulla terra ferma al solo costo di annullare però le sue abilità uditive, completamente offuscate se non addirittura assenti-.

Percorse i primi 500 metri verso il basso, molto velocemente proseguiva il suo cammino ed anche con la stessa spensieratezza di una passeggiata al parco finché qualcosa non iniziò a farsi tetro, oscuro nei colori e nell’ambiente, l’acqua divenne fredda, molto più fredda, man mano che si scendeva, di metro in metro, il corpo del templare col tempo iniziava a risentire dell’accattivante ambiente, povero di qualsiasi altra presenza, almeno nel raggio visivo di Locui, incrementato ma alla vista del nulla se non di alghe e rocce. L’uomo cercava di resistere, sapeva di doverlo fare affinché quel piano, quello sforzo collettivo, potesse raccogliere dei frutti, buoni e ricchi: non badò al freddo, si concentrò solo su ciò che c’era da fare, sul nuotare più velocemente per produrre sempre più calore interno, abituato allo sforzo fisico dei suoi ardui allenamenti, per contrastare così il freddo avvolgente dell’esterno.

Locui: "..Vedo qualcosa, iniziò a intravedere qualcosa, chissà a quale distanza.. Non riesco a rendermi conto ancora di quanto la mia vista sia stata incrementata ma almeno così potrò vedere prima degli altri, riuscendo così a raggirarli, non importa a quale distanza.." -una torre stava iniziando a plasmare la sua forma nelle profondità Marine, a ridosso di una montagna sottomarina, sembrava quasi avere quell’aspetto, una rupe con un precipizio minaccioso e ancor più oscuro- "..Non posso avvicinarmi troppo, devo stare attento a non destare troppo movimento ai loro occhi, non conoscendo le loro abilità.." -cambiò rotta, dirigendosi non verso l’entrata principale ma esattamente verso il retro del grande edificio, dovendo accurare la sua attenzione anche verso i vari appartamenti, uffici, aule che si ramificavano in tutto l’edificio, dato che molti lanciavano uno sguardo all’esterno soprattutto da parte di alcuni controlli che sembravano essere troppo attrezzati e minaccioso per essere una scuola di magia- "..Qui le cose non sono normali, affatto, di certo porre tante persone a guardia delle diverse entrate e nelle stanze che da qui fuori si vedono non è segno di protezione, quanto più di tutela di qualcosa o qualcuno.." -continuò a nuotare, allontanandosi un po’ dalla scuola per poter poi riavvicinarsi una volta giunto all’ingresso sul retro, occupato anch’esso da due guardie, armate di lance alla quale punta erano legate catene di perle pronte ad essere usate come pesanti fruste-.

Il Preside, avvicinatosi abbastanza all’edificio, decise di attaccare da un punto cieco, le due guardie posizionate al cancello d’entrata, affinché queste non si accorgessero della sua presenza e non avessero il tempo di chiamare rinforzi o aiuto: nuotò sopra le loro teste, approdò velocemente in mezzo a loro e con fare agile, non sentendo la pesantezza dell’acqua, non percependo nessuno sforzo fisico al di fuori del normale, sembrava essere sulla terraferma, infilzò i due soldati sulla schiena con due grossi pugnali anch’essi legati, come la fiala precedente, al cinturino posto poco al di sopra della vita. Il portone d’ingresso non poteva essere aperto, occorreva, dal retro, il perfetto incastro di una specie di chiave, particolare in corallo, che doveva inserirsi in una serratura posta proprio sul grande portone: Locui cercò tra la veste di alghe di una delle due guardie, trovò del corallo che somigliava pressoché alla serratura indicata, la inserì e fu automaticamente trasportato all’interno dell’edificio. Comparve in uno stretto corridoio che andava poi ad immettersi, si suppone, nel principale, al buio, ricco soltanto dell’oscurità tetra con soltanto una zona di penombra data la luce proveniente dal percorso primario:

Locui: "..Adesso gli effetti della pozione inizieranno a svanire, almeno per quanto riguarda la respirazione sott’acqua, ma la vista, l’agilità e l’olfatto rimarranno gli stessi di quando ero lì fuori. Ho constatato che da fuori e da dentro l’acqua la velocità dei miei movimenti è rimasta, non è diminuita neanche di un decimo, sembra quasi essere aumentata, ora però dovrò affidarmi completamente alla vista, l’udito è fuori uso perciò massima attenzione." -iniziò a camminare nell’oscurità del piccolo corridoio per così raggiungere quello principale sapendo, coscienziosamente, che il suo corpo sarebbe risultato ben visibile data la grandezza fisica, perciò doveva riuscire ad equiparare la giusta dose di agilità insieme anche all’olfatto, abituato a sostituire gli altri sensi nel momento in cui questi fossero stati messi fuori uso- ...

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