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NBA, la trattativa prosegue Il week end sarà decisivo!

L'incontro tra proprietari e giocatori, a New York, per non far saltare la stagione va avanti. Nonostante momenti di tensione fra Wade e Stern, il dialogo procede, anche se il tempo stringe: se non si raggiunge un accordo entro lunedì, le prime partite verranno cancellate.

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Il presidente del sindacato giocatori, Derek Fisher, al meeting.


Alla fine, nonostante momenti di tensione, l’atteso meeting tra proprietari e associazione giocatori scivola via senza grandi scossoni. La buona notizia è che le due parti, dopo l’incontro durato più di quattro ore al Waldorf Astoria di Park Avenue a Manhattan, torneranno a negoziare nella giornata di sabato. Nessun vero progresso, ma quantomeno la voglia di continuare a discutere. “Proprietari e associazione giocatori sanno bene che questo fine settimana sarà decisivo - conferma il vice commissioner della Nba Adam Silver - se non ci saranno progressi entro lunedì saremo costretti a prendere delle decisioni difficili”.

MOMENTI DI TENSIONE CON LE STAR — Billy Hunter, il numero uno del sindacato giocatori, per i meeting di venerdì ha voluto accanto a sé anche pezzi da novanta come LeBron James, Carmelo Anthony, Dwyane Wade e Kevin Durant per provare a mostrare i muscoli ai proprietari. Ma la presenza dei campioni non ha contribuito a rendere più distensivo il clima durante gli incontri. Proprio Wade, secondo i bene informati, sarebbe stato protagonista di diverbio con lo stesso Stern, reo, secondo la stella dei Miami Heat, di averlo preso di mira durante un’intensa discussione. “Non puntare il dito verso di me - avrebbe gridato al commissioner, Wade - non sono tuo figlio”. Momenti di tensione che hanno rischiato di compromettere il lavoro diplomatico di Hunter.


IL TEMPO STRINGE — Alla fine però si è evitato il colpo di teatro proposto da un paio di giocatori, cioè l’uscita dal meeting da parte dei componenti del sindacato. “Qualche parola di troppo può volare in situazioni del genere - dice la guardia dei Lakers, e il presidente del sindacato, Derek Fisher - l’importante è non perdere di vista il vero obiettivo. Il nostro è quello di trovare un accordo”. Le parti però non si sono avvicinate nemmeno nella giornata di venerdì e adesso il tempo stringe. Di sicuro, se entro lunedì Stern e Hunter non riusciranno a sbrogliare l’intricatissima matassa, la Nba prenderà in considerazione l’ipotesi di cancellare almeno le prime partite di regular season. Nonostante un certo ottimismo (abbastanza sorprendete peraltro) mostrato da alcuni addetti ai lavori negli ultimi giorni, le posizioni di sindacato e giocatori rimangono decisamente distanti.

I NODI DEL CONTENDERE — I punti principali del contendere sono sempre gli stessi: la divisione dei profitti Nba (fino allo scorso giugno 57-43 a favore dei giocatori) e l’introduzione della famigerata “hard cap”. I giocatori sembrano disposti a venire incontro ad alcune pretese economiche dei proprietari, che vorrebbero dividere la torta 51-49 (il sindacato però non ha nessuna intenzione di scendere sotto il 51% a loro favore), ma chiedono in cambio l’abolizione dal tavolo delle negoziazioni della “hard cap”. Un’eventualità che, almeno in linea teoria, Stern sarebbe anche disposto a prendere in considerazione. Peccato però che la proposta alternativa del commissioner, almeno stando alle indiscrezioni degli ultimi due giorni, sia un tetto salariale con così tante limitazioni da assomigliare tantissimo a una “hard cap”. Una cosa comunque è sicura, se le trattative non decollano durante il weekend, a novembre non ci sarà basket Nba.

Re: NBA, la trattativa prosegue Il week end sarà decisivo!

Ok ^^

Re: NBA, la trattativa prosegue Il week end sarà decisivo!

ok
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