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description"Libro di Habbo" "Guardians" Ep.59 Il Cuore della Scuola Empty"Libro di Habbo" "Guardians" Ep.59 Il Cuore della Scuola

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Rimasero tutti lì, fermi, sbigottiti, estraniati dalla situazione, mentre la neve che si era repentinamente formata, stava man mano sciogliendosi, dando visione del marmo bianco precedentemente coperto. Lucas si accasciò a terra, fallito nella sua missione, fallito come amico, come templare, come persona: si era lasciato scappare l’occasione perfetta per poter mostrare il lato buono che tentava spesso di nascondere, semplicemente perché la sua forza non fu abbastanza, non fu abbastanza per contrastare la velocità e la brutalità dell’uomo che aveva fronteggiato. Clatrina e Stella raggiunsero l’affranto amico, cercando di farlo rialzare, indignati tutti con la preside per il suo inutile intervento, primo fra tutti proprio Lucas:

Lucas: "Doveva salvare prima lei.." -disse con voce pacata- "DOVEVA SALVARE PRIMA JESSIE!" -e tutti si voltarono, tutti rimasero scossi dalle duri parole del ragazzo- "Ha sentito cosa ha detto?! “Concluderò la mia vita nel pieno della mia felicità”.. Questo le sta bene?! Ha detto che voleva proteggere un suo studente, eppure ha dato la sua preferenza! È questo che fa un buon preside?! Salva un suo studente e ne sacrifica cento?!  Mi vergogno di essere uno studente di questa scuola! MI VERGOGNO DI LEI PRESIDE COSMIA!" -parole che ebbero il loro eco nell’anima dell’anziana signora, affranta sì, consapevole sì, impotente sì. Sapeva che ciò che ebbe fatto era l’unica cosa possibile da compiere, l’unica azione che poteva compiere, altrimenti avrebbe perso non solo Jessie ma anche Lucas, sarebbe stata a guardare un omicidio che mai avrebbe desiderato di vedere-.

La Preside Cosmia rimase in silenzio mentre ogni singolo studente e docente attendeva una risposta, un sonoro rimprovero, un perdono dal cuore sentito, un qualcosa che fossero parole. Ma niente. La Preside lasciò senza fiato tutti e a bocca asciutta Lucas e le due amiche, che intanto lo stavano aiutando a sorreggersi, arrabbiate quanto lui, inconsapevoli del perché di quella scelta, sì affrettata, ma pur sempre una dura e razionale scelta. L’anziana signora si incamminò verso l’ingresso principale del Castello, mentre la neve ormai si era quasi totalmente sciolta, e furono poi i professori, prima fra tutti la Tressavia che richiamò l’attenzione degli studenti, cercando di ristabilire l’ordine, invocando loro di recarsi di nuovo nei loro dormitori.

Stella e Clatrina in camera insieme non fecero che continuare a parlare, impossibile l’idea di dormire, gli animi erano troppo agitati, scossi, esterrefatti, era impensabile placare l’ira con una bella dormita sapendo che la loro amica è dispersa chissà dove rischiando la vita, mentre loro si godono un letto caldo e delle coperte avvolgenti. Parlarono e discussero dell’argomento madre, quale il comportamento di Cosmia, quello che più aveva colpito ogni studente della scuola, distogliendo l’attenzione da ciò che invece furono le parole espresse a cuore aperto da Lucas, se non qualcuno inimicato con il ragazzo oppure con la giovane rapita.

Clatrina: "Non ci credo, io ancora non riesco a crederci! Come può una potente fata come la Preside Cosmia finire schiacciata sotto un branco di rammolliti?! Come?! Sono sicura che avrebbe potuto stenderli in men che non si dica a quei dieci pezzenti! Tutto muscoli e niente cervello! E cosa ha fatto? Ha appena appena fermato il braccio di uno di questi? Ma stiamo scherzando?! Lei ora dorme beata nel suo bel letto, mentre la nostra amica è da qualche parte nell’ Universo magico a combattere chissà cosa e chissà chi, rischiando anche la vita!" -disse mentre afferrò un suo pupazzo, smuovendolo di qua e di là, gesticolando come neanche le migliori opere drammaturgiche di Shakespeare-

Stella: "Non riesco davvero a capire questo suo comportamento.. È strano, inconsueto, indecifrabile! Come può una preside rinomata come lei, lasciarsi scappare una studentessa? L’ha abbandonata al suo destino! Perché? Tutto ciò non ha senso.." -e pacatamente, con un cigolio quasi effimero, la porta della loro camera tese ad aprirsi, e chi poteva essere se non Lucas-

Lucas: "Ragazze.. Non ho voglia di stare in camera con Bob e Juliano, non faranno che riempirmi di domande.. Posso.." -disse ma fu colto sul pensiero con un semplice gesto di Clatrina che lo invitò a sedersi sul suo letto, con qualche colpetto su questo, libero di comportarsi come se fosse nel suo di appartamento- "Ho una rabbia in corpo che neanche potete immaginare! Io, io, davvero non capisco! Crede davvero che sarei stato zitto solo perché mi ha parato da un colpo?! Almeno se quel parassita mi avrebbe reciso la testa non avrei visto lo scempio del quale mi lamento adesso!" -ma fu interrotto dall’amica-

Stella: "Si bella scena ci avresti fatto vedere! La tua testa a terra, imbevuta di sangue sgorgante, bello sparpagliato su quella neve bianca e sullo spadone di quel brutto omaccione troppo cresciuto! BELLA SCENA!" -disse e dopo ciò rimase in silenzio a pensare-

Clatrina: "La preside ha meritato ogni tua singola parola! Se fossi stata in te, avrei fatto lo stesso, ma mi avevi tolto le parole di bocca.. Ora bisogna solo decidere cosa fare.." -e Lucas si voltò chiedendo con l’espressione del volto cosa l’amica intendesse dire- "Cioè, vogliamo rispettare la possibile ultima volontà di Jessie, oppure partiamo alla volta del nulla così da trovarla e liberarla da quei parassiti? Non voglio pensare che Jessie morirà.. Mi sento male al solo pensiero.." -e ricevette una pacca sulla spalla dall’amico-

Lucas: "La libereremo, è una promessa! Non la lasceremo nelle grinfie di quei loschi individui! Ma prima di ogni cosa dobbiamo cercare di trovare più informazioni possibili su quei tipi e dove hanno condotto la nostra amica!" -e Stella cercò di aprire bocca, subito pronta a porre una risposta secca alla missione del ragazzo- "Eh no! Stella sta zitta! Non chiederemo assolutamente, mai e poi mai, informazioni alla preside! Sei una fata, sei legata a Cosmia perché ti ha aiutata con il Negalosma, ma mai chiederò un simile favore alla stessa persona che ha cacciato Jessie in questi guai! E non lo farete neanche voi!" -costringendole a giurare, per Clatrina fu più semplice, essendo completamente d’accordo col compagno, ma per Stella, sì scontenta del comportamento della preside, ma troppo attaccata al suo lato altruista, buono e generoso, troppo coinvolta con Cosmia, data essere stata aiutata da lei più e più volte, fin da quando ebbe messo il primo piede a Cristaly-

Stella: "Mi è venuto un dubbio! Se volete posso chiedere qualche informazione a mia madre, lei comunque è stata una componente della “Compagnia dei Guardiani”, forse saprà dirmi qualcosa riguardo Jessie e quegli uomini: che ne dite?"

Clatrina: "Ah, la “Compagnia dei Guardiani”.. Ne ho sentito già parlare, ma so poco e niente di quella storia. Tua madre è stata un loro membro?" -ricevendo risposta affermativa dall’amica- "Beh allora potrebbe sapere qualcosa che noi di certo non sappiamo!"

Lucas: "Sono d’accordissimo! Almeno abbiamo un punto di partenza solido e che non sia quella traditrice della nostra Preside, o almeno, chiamiamola così.." -repentinamente Stella si alzò in piedi, si sistemò minimamente il pigiamone indossato e si avviò verso la porta d’uscita della camera- "Ma dove stai andando?" -sorpresi entrambi di vederla uscire così fugacemente-

Stella: "Il mancato sonno vi fa perdere colpi! Vado a chiamare mia madre!" -disse mentre i compagni la risposero con solo una faccia stranita, data l’ambiguità dell’ora-


Clatrina: "Stella.. ma sono le 2 del mattino, dove vuoi che sia tua madre? Non credi che stia riposando nel suo bel lettone con tuo padre intenta a fare la cosa più normale di questo mondo quale dormire?" -ma senza indugiare troppo, o dando cenno di essere rinsavita, la ragazza rispose nettamente-

Stella: "Mia madre se non sono le 3 del mattino non va a dormire, oddio, non manca occasione che va a dormire prima, ma è raro e sperando di avere quel pizzico di fortuna che a me e a noi sempre manca, dovrei trovarla bella sveglia davanti alla TV a guardare la sua serie preferita che, sfortunatamente per lei, viene trasmessa in orari impensabili e ambigui: ahhh l’ossessione!" -disse, concluse ed uscì, non sapendo però dove poter recapitare un telefono per poter effettuare una chiamata, un semplice aggeggio terrestre che su Trissilio era impensabile avere, perché? Perché c’è di meglio!-.

Iniziò a vagare alla cieca, senza una precisa meta, anzi, puntava a chiedere a qualcuno, incontrare qualcuno che potesse esserle utile, aiutarla nella sua ricerca disperata di un telefono alle 2 del mattino. Era un orario alquanto strano e ambiguo per girovagare nella scuola, ma di certo a quell’ora nessuno stava dormendo, molti non erano nelle loro camere piuttosto erano in quelle dei loro amici, intenti a commentare le sfortunate vicende che una dopo l’altra stanno piovendo sulla scuola di Cristaly. Beccare qualcuno sveglio era facile, eppure in quei corridoi non viaggiava neanche un’anima, non vi erano le classiche soste, le chiacchierate tipiche mattutine, non vi era nulla, del resto, erano le due di notte in corridoio: lo stesso ragionamento non vale nei vari appartamenti, lì sono le 8 del mattino, con le migliori chiacchiere, preoccupazioni, considerazioni, il meglio del tutto.

Stella: "Se faccio affidamento agli studenti, o peggio ancora ai professori, questa sera mi ritroverò a girovagare per la scuola a vuoto. L’unica cosa che mi conviene fare è andare da Pilot, almeno saprà sicuramente aiutarmi.." -prese la prima uscita a destra e si diresse da Pilot, la mappa della scuola parlante, capace di gestire la geolocalizzazione dell’intero castello di Cristaly e, all’insaputa di molti, anche dell’intero pianeta di Trissilio-.

Era buio, continuava a camminare alla sola luce di qualche lampada piazzata qua e là per i lunghi corridoi, ognuna delle quali aveva una distanza di qualche metro, eppure la luce di queste non era di grande aiuto. Luce fioca, scarsa, di certo non faceva invidia ai grandi lampadari della Biblioteca oppure, ancora meglio, della grande mensa della scuola. Quella sera la Luna cercò di contribuire ad illuminare il cammino della fata, alla ricerca di un telefono, un modo per potersi connettere con la Terra, con la sua famiglia, poterla risentire dopo mesi di silenzio, di distanza, tra malinconia e felicità. Raggiunse Pilot, il grande quadro, mappa della scuola, rinominato per aver fatto perdere la strada a molti studenti, non in vigore dei suoi sbagli, ma mosso dalla voglia di scherzare, ridicolizzare chi gli stava antipatico, i nuovi, gli impertinenti, gli spocchiosi, insomma, coloro che non gli andavano a genio.

Stella: "Pilot.. Pilot.." -ma non ricevette risposta, sembrava come tornare indietro nel tempo, a quando mise piede per la prima volta a Cristaly, quando i suoi genitori erano ancora lì con lei- "Pilot!" -improvvisamente si sentì una pesante botta, come un cadere di qualcosa o di qualcuno-

Pilot: "Fata! Ti sembra orario per venirmi a disturbare! Non credi sia un po' ambiguo che tu sia qui alle 2 del mattino?! A quest’ora la gente normale dorme! E tu cosa fai? Te ne vai in giro per il castello a disturbare onesti lavoratori! Tsk!" -il quadro parlò, rappresentante una maschera teatrale, la tristezza, classico volto greco, il perché di una tale presenza è ignoto, forse qualche segreto una maschera doveva nascondere, qualche mistero ruotava intorno alla figura di quel quadro, di quel Pilot-

Stella: "Ti prego scusami! Ma ho bisogno del tuo aiuto, aiutami per favore!" -supplicandolo, rendendosi conto del disturbo che gli sta creando-

Pilot: "Ormai mi hai svegliato, riprendere sonno sarà un’impresa da titani. Forza, parla, siamo qui, nel cuore della notte, cosa possiamo fare se non parlare!"


Stella: "Grazie! Allora stavo cercando un telefono.." -e fu interrotta con l’espressione della maschera che tristemente era sorpresa-

Pilot: "Un telefono? E dove vuoi che trovi un telefono qui, a Cristaly, a Trissilio? Ti rendi conto dell’impossibilità della tua richiesta? Credevo che avessi imparato qualcosa in questa scuola dopo così tanti mesi.."

Stella: "E come faccio a contattare i miei genitori? Non c’è proprio nessun modo? Qualche incantesimo, qualche cosa non so.. Certo che non è proprio il massimo essere rimproverata da un quadro raffigurante una maschera parlante.. Mi sento pazza e stupida.." -pensò all’ultimo, ironizzando sulla sua situazione, aspettando che il quadro potesse presentarle una facile soluzione, poiché quella chiamata, quella connessione, poteva essere vitale, non per lei in prima persona, quanto per Jessie-

Pilot: "Io gestisco la geolocalizzazione in tutto Trissilio, nulla può sfuggirmi, come anche l’unico mezzo per poter contattare la tua famiglia che è al di fuori della mia portata, altrimenti sarei stato io il filo rosso che avrebbe connesso te e la Terra.." -e fu interrotto-

Stella: "Quindi esiste un modo per contattare i miei genitori sulla Terra?" -ma la risposta che ricevette non era quella che tanto sperava-

Pilot: "Voglio sapere il motivo" -sul volto di Stella apparse un’aria stranita, interrogativa- "Voglio sapere perché vuoi tanto contattare i tuoi genitori dopo mesi trascorsi in questa scuola, tra una disgrazia e l’altra, un evento più funesto dell’altro, e solo adesso, quando apparentemente sembra tutto tranquillo, vuoi contattare la tua famiglia? Deve esserci un motivo e non pensare che io sia una maschera, un quadro, quel che vuoi, senza cervello: sono ciò che non vedi, ricordatelo" -se voleva ottenere quella chiamata doveva confessare, esporre i suoi dubbi, le sue perplessità, i suoi intenti futuri a Pilot, doveva sputare il rospo e rischiare di ricevere un sonoro no alla sua domanda di aiuto-

Stella: "Hai ragione. Immagino tu sappia cosa sia successo poco fa a Jessie vero?" -affermativamente rispose la maschera- "Bene, io, Clatrina e Lucas abbiamo pensato che forse, e ripeto forse, mia madre, avendo fatto parte della compagnia dei Guardiani, possa dirci qualcosa in più riguardo Jessie, quegli uomini e da dove sono venuti, insomma vogliamo un punto di partenza per poterci organizzare e salvare la nostra amica, ecco, te l’ho detto.." -attese una risposta da parte del quadro, più che mai diventato suo confidente, ma dubbioso su un solo aspetto-

Pilot: "Trovo giustissimo le vostre intenzioni, rifiutarle è da egoisti. Ma perché chiedere proprio a tua madre? Hai un buono rapporto con ogni professore?" -e la ragazza rispose di sì- "Hai le capacità sufficienti per condurre una ricerca in piena autonomia?" -e la ragazza suppose di sì- "Hai un buon rapporto con i presidi?" -e qui cadde il mito- "Noto dalla tua faccia che non è proprio così.. Riguarda ciò che Cosmia non ha fatto per contrastare quegli uomini?" -e repentinamente la fata si voltò verso il quadro, dopo aver precedentemente abbassato la testa-

Stella: "Tu come fai a sapere tutte queste cose? Qualcuno ti ha informato? O sei una specie di componente della natura stessa che ti permette di captare ogni singolo cambiamento..?" -disse mentre sul finire si rese conto della sua affermazione alquanto stravagante ma non impossibile-

Pilot: "Non hai completamente sbagliato, ma più che far parte della natura, mi definisco l’anima di questa scuola! Comunque, lo so e basta! Le mie radici sono ovunque in questo posto, qui governo io.." -disse e la ragazza per tutta risposta non poté che rimanere sorpresa delle parole del quadro, veritiere o fantasiose, questo non avrebbe potuto dirlo, non poteva assicurarlo a sé stessa e neanche agli altri- "Comunque, dalla tua risposta, capisco che il tuo odio per la preside è dovuto a ciò che è successo.. Però devo dirti che il tuo amico gliene ha dette quattro come mai nessuno aveva fatto! Sono rimasto più che sorpreso nel vedere la non reazione di Cosmia, da lei mai me lo sarei aspettato! Eppure Stella, voglio assicurarti che la preside non fa mai nulla per caso e non lascia nulla viaggiare per conto suo: è una maniaca del controllo, protettiva, egoista quando si tratta della sua scuola, pronta a perdere tutto per proteggerla, lei e tutti i suoi studenti, perciò, se ha fatto quel che ha fatto, è stato perché qualcosa di più grande di lei c’è sotto, altrimenti la Cosmia che conosco io mai avrebbe lasciato andare al patibolo una sua studentessa, mai!" -quelle parole furono molto utili all’animo di Stella, incredula come tutti dopo ciò che ebbe mostrato la preside, dato l’affetto che comunque provava per lei, affetto che si era trasformato in piena delusione, stupore, incapacità di capire la realtà dei fatti, ma Pilot gli era stato utile, le aveva aperto una porta che stentava a spalancarsi- "Comunque, voglio aiutarti, se proprio non vuoi parlare direttamente con i professori o con la preside, dato essere l’unica rimasta al momento a Cristaly, ti concederò il lusso del “telefono”, o come lo chiami tu.." -gioia si irradiò sul suo volto, finalmente una buona notizia, e ritornando ancora al passato, la stessa bella notizia che ricevette quando le fu comunicato dal Prof. Appell che era una fata e lo smistamento nelle varie camerate da parte del quadro Pilot- "Credo tu conosca Lily no? La buca delle lettere proprio vicino al tuo appartamento" -e la ragazza rispose di sì- "Bene! Basta chiedere a lei il dispositivo necessario, al momento mi sfugge il nome, ma non preoccuparti, lei saprà sicuramente aiutarti meglio di me!"

Stella: "Pilot, grazie mille! Mi sei stato molto d’aiuto e non solo con la mia richiesta, ma mi hai anche aperto la mente, grazie!" -l’immagine della maschera sul quadro scomparve rivolgendo ora al pubblico una cornice che racchiudeva un foglio nero, vuoto, povero, sbiadito, Stella corse via da Pilot, diretta verso il suo dormitorio, pronta a comunicare ai suoi compagni le notizie ricevute dal quadro, più che mai ottimista delle sue parole e del finale che questa storia avrebbe avuto-.

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