Cassetti aperti, scarpe ovunque, vestiti ammassati su una sedia. Vivere in una casa disordinata ha i suoi vantaggi: aiuta ad affrontare meglio le avversità della vita. A dirlo è uno studio pubblicato sul "Journal of Consumer Research": "Può capitare che la nostra casa sia in disordine, esattamente come la nostra giornata - scrivono gli autori - vivere questa situazione senza provare ansia rivela che sappiamo reagire positivamente alle situazioni complicate".
I ricercatori hanno osservato le reazioni di un gruppo di persone di fronte al caos. Prima hanno chiesto ai partecipanti di fotografare le zone più ordinate e più disordinate della loro casa, poi gliele hanno mostrate. C'era chi non era minimamente preoccupato alla vista e chi, invece, provava il desiderio di rimettere a posto. "I più ordinati - dicono i ricercatori - usano un sistema di classificazione particolare che li aiuta a mettere a posto più velocemente. Ad esempio, c'è chi usa il cosiddetto sistema "a un livello" (tutti i giocattoli vanno in una cesta) e chi invece usa quelli a due o tre livelli (i giocattoli con determinate caratteristiche vanno raccolti in un tipo di scatola, altri in un'altra)". Cosa accade, però, se questo sistema viene intaccato? "Alcune persone reagiscono modificando le loro regole e tollerando la situazione", dicono gli studiosi.
Anche i disordinati cronici, ad un certo punto, provano il desiderio di mettere a posto. Perché succede questo? "Mettere in ordine la casa significa muovere gli oggetti da un posto ad un altro. Quando pensiamo a dove metterli, a come posizionarli, gli diamo automaticamente un senso - scrivono gli autori della ricerca - tramite questo processo, le persone costruiscono confini simbolici. Tracciano le linee guida del loro ambiente domestico, dove vivono e hanno interazioni".
I ricercatori hanno osservato le reazioni di un gruppo di persone di fronte al caos. Prima hanno chiesto ai partecipanti di fotografare le zone più ordinate e più disordinate della loro casa, poi gliele hanno mostrate. C'era chi non era minimamente preoccupato alla vista e chi, invece, provava il desiderio di rimettere a posto. "I più ordinati - dicono i ricercatori - usano un sistema di classificazione particolare che li aiuta a mettere a posto più velocemente. Ad esempio, c'è chi usa il cosiddetto sistema "a un livello" (tutti i giocattoli vanno in una cesta) e chi invece usa quelli a due o tre livelli (i giocattoli con determinate caratteristiche vanno raccolti in un tipo di scatola, altri in un'altra)". Cosa accade, però, se questo sistema viene intaccato? "Alcune persone reagiscono modificando le loro regole e tollerando la situazione", dicono gli studiosi.
Anche i disordinati cronici, ad un certo punto, provano il desiderio di mettere a posto. Perché succede questo? "Mettere in ordine la casa significa muovere gli oggetti da un posto ad un altro. Quando pensiamo a dove metterli, a come posizionarli, gli diamo automaticamente un senso - scrivono gli autori della ricerca - tramite questo processo, le persone costruiscono confini simbolici. Tracciano le linee guida del loro ambiente domestico, dove vivono e hanno interazioni".