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Vale-Ducati, serve un incontro È in gioco l'immagine..

ROMA, 10 aprile 2012

Vale-Ducati, serve un incontro È in gioco l'immagine.. MOT1F12_2610503F1_24--300x145
Un'eloquente espressione di Valentino Rossi, 33 anni.


La spaccatura fra pilota e casa è evidente: occorre rimediare al più presto per non compromettere definitivamente due miti della moto.
A Borgo Panigale in questo momento non ci sono parafulmini. Ha provato a recitare questo ruolo il d.t. della rossa, Filippo Preziosi, in Qatar, all'indomani delle più umilianti qualifiche della carriera di Valentino Rossi, ultimo fra i prototipi a 2"1 dalla pole e a 1"1 da Hayden, ma la difesa del talento del campione e l'assunzione delle responsabilità della disfatta da parte della squadra non sono bastate. Le dichiarazione di Valentino nel dopo gara, a Losail, hanno lasciato il segno; quel "Speranze finite", "Non è la moto che volevo", a maggior ragione urlati dopo solo il primo GP hanno creato una lesione. Ducati e Rossi sono, al momento come la cenere sotto un vulcano: si teme un'eruzione che avrebbe effetti devastanti per l'immagine di entrambi. Una è molto più che corteggiata dall'Audi e non ha certo piacere a cali di popolarità e considerazione; l'altro, nell'ultima parte di una carriera senza eguali, non ha alcun interesse a lasciare il mondo delle moto, che lui stesso ha innalzato a vette inimmaginabili, con un disimpegno da una realtà tecnica difficile. Sarebbe una macchia difficile da cancellare.

MITI DIMEZZATI — Stiamo parlando di due miti della moto, che dalla loro unione non hanno incrementato gloria, ma dimezzato la competitività. La rossa è una moto selvaggia, che ha mandato in crisi tanti campioni - Melandri stava per essere condotto dallo psicologo -, ma che con Stoner, il suo massimo interprete, ha vinto il mondiale. Rossi è un campionissimo, ma sulla Desmosedici non ci si è mai trovato. Il peggio, è che pare sfiduciato, senza nemmeno la voglia di vestire i panni di uomo squadra, leader del gruppo anche se le cose vanno a fondo. Cosa che da un fuoriclasse - vedi Alonso alla Ferrari - ci si aspetta.

GLI SFORZI DUCATI — Non si può dire che a Borgo Panigale non ci abbiano provato ad assecondare le esigenze di Vale, l'uomo, anzi il campione, messo al centro del progetto. Nel 2011 sono stati sfornati ben 6 telai per la Desmosedici, con una rivoluzione iniziata già ad Assen, a giugno. Nel GP di Olanda per Hayden c'era la GP11, mentre per Vale la GP11.1 - la rossa in proiezione 2012 - con un motore da 1.000 cmc adattato ad 800, cambio veloce, sospensione posteriore rivista e telaio più flessibile. Uno sforzo enorme, soprattutto a stagione in corso, che non ha dato i frutti sperati, e che non si è esaurito, visto che ad Aragon, a settembre, si è vista la GP11.1 "evo" con telaio in alluminio. Seguendo le indicazioni di Rossi, che premeva per un telaio tradizionale, tipo deltabox, come le moto giapponesi, la Ducati ha deciso per il 2012 di stravolgere la propria filosofia della struttura in carbonio con motore portante per passare a una perimetrale. Un salto nel vuoto per la Ducati, che non si è concessa pause di lavoro per affinare il progetto, ma che si trova comunque al primo impatto con una soluzione tecnica nuova, che necessita di un lungo periodo di sviluppo e sgrossamento. Ne sa qualcosa la Honda, che lo ha sempre utilizzato, ma che ci ha messo circa 3 anni per sistemare la sua RC211V.

LE FRECCIATE DI ROSSI — Tempi lunghi, ma noti a Rossi, che dopo il primo assaggio con la GP12 ha detto: "Sì così va, sento meglio la moto e non ho più il terrore di cadere a ogni curva", salvo poi chiudere i test pre stagionali, a Jerez, con un eloquente: "Siamo sesti fra i tempi e questa è la nostra posizione, c'è da lavorare". Nel mezzo, anche una frecciata: "Basta idee rivoluzionarie che ci hanno fatto cac..., si deve procedere a piccoli passi". Metodo di lavoro nel mirino? Non solo, se il pesarese ha rincarato la dose, in Qatar con: "Io non sono ingegnere, faccio il pilota e do delle indicazioni; non mi illudo che con un altro step di telaio possa andare meglio, ma non voglio lottare come fa Hayden per il 6° posto".

INCONTRO URGENTE — Anche considerandolo, il 6° posto, un piazzamento offensivo per la classe e le ambizioni di Valentino, se ci arrivano altre Ducati lui dovrebbe fare altrettanto; anzi, di meglio. O, quanto meno, dare tutto per provarci. Per sé stesso, la sua leggendaria storia, il rispetto che si deve a meccanici, tifosi e tutti quelli che lavorano per lui e non intravedono nemmeno i suoi guadagni. Il Rossi attuale è demotivato - forse pensa già alle 4 ruote dove si cimenterà nel week end, a Monza, su una Ferrari 458 Italia nella gara della Gt Endurance Series -, magari intimorito da altre botte sull'asfalto, ma comunque lontano dall'assumersi anche una piccola percentuale di rischi per combattere per un piazzamento lontano dal podio. Situazione delicata e pesante. Se ne può uscire solo con un incontro leale, occhi negli occhi, per capire quanta voglia c'è, da parte di entrambi, Rossi e Ducati, di evitare una lenta, e reciproca, emorragia di credibilità, stima e professionalità. C'è in gioco una grossa fetta dell'immagine italiana da corsa: sarebbe un delitto disperdela in questo modo.

Re: Vale-Ducati, serve un incontro È in gioco l'immagine..

Bene Vale-Ducati, serve un incontro È in gioco l'immagine.. 1765539963

Re: Vale-Ducati, serve un incontro È in gioco l'immagine..

ottimo

Re: Vale-Ducati, serve un incontro È in gioco l'immagine..

ok
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