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Corteo «No Expo», imbrattati banche e negozi

Milano in ostaggio, giovedì mattina, di circa ottocento tra studenti e antagonisti che si erano dati appuntamento per dire «no» a Expo e al Jobs Act. Nel gruppo anche alcuni «black bloc» travisati che hanno attaccato la sede di Manpower, causando tensioni all’interno del corteo stesso.

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Già alla partenza da largo Cairoli alcuni manifestanti, camuffati con cappucci e occhiali neri e nascosti sotto un telone bianco, sono passati in mezzo alla folla e hanno tracciato sulla strada davanti all’Expo Gate la scritta «#1m no expo». Sono stati accesi alcuni fumogeni e la statua al centro di largo Cairoli è stata coperta con una bandiera. Due manifestanti sono saliti sulla struttura dell’Expo Gate e hanno affisso uno striscione con la frase «Grande evento uguale grande bufala. No Expo: un altro mondo è possibile». Il corteo si è mosso poi verso piazza Duomo percorrendo via Broletto, via Orefici, via Larga, poi da Porta Venezia si è diretto verso via Melchiorre Gioia.

«Contro Expo e austerità autogestione nelle strade» e «Io non lavoro gratis per Expo» sono alcuni degli striscioni esposti dai manifestanti. Due i furgoni che hanno preso parte al corteo: quello di testa è stato decorato con finte confezioni di patatine fritte McDonald’s e alcuni manifestanti hanno indossati travestimenti che prendono di mira Enel, Coca Cola e altre aziende partner di Expo. In via Mazzini, dal furgone di testa sono stati fatti parlare alcuni studenti stranieri: uno di Brema e una di Stoccolma. I ragazzi sono in città per le manifestazioni: «La nostra solidarietà al movimento, la lotta non conosce frontiere» hanno detto agli studenti. In corteo anche giovani provenienti da Emilia Romagna, Veneto e altre regioni del nord Italia.

Alcuni contestatori hanno imbrattato la sede dell’Enel in via Broletto e le banche lungo il percorso. Elaborata l’azione dei No Expo: sono stati accesi alcuni fumogeni per coprire l’azione e nascondere alle telecamere gli autori. I manifestanti hanno anche tentato di impedire ai fotografi ed ai video operatori di riprendere coprendo gli obiettivi con le mani e con le aste e lanciando vernice sui giornalisti. Arrivati in via Larga 19, i manifestanti hanno lanciato uova, fumogeni e un petardo contro l’ingresso del consolato turco. Alla fine di via Mascagni alcuni manifestanti, coperti da un tendone grigio e dietro una cortina di fumogeni, si sono nascosti nell’ingresso di un garage e si sono camuffati. Sono usciti da sotto il tendone in viale Bianca Maria per sfilare in mezzo al corteo. I manifestanti hanno attraversato le vie del centro lasciando lungo il passaggio molte scritte, vetrine imbrattate e adesivi sulle facciate dei palazzi. (Corriere della Sera)

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