Prova di orgoglio dei granata: passati in svantaggio con una punizione di Pirlo, ribaltano la partita con un eccellente Darmian: gol e assist decisivo a Quagliarella
Poteva essere scudetto, invece è festa granata (a parte il fatto che la Lazio pareggia e per favorire Madama avrebbe dovuto perdere). Una grande festa. Dopo vent’anni (9 aprile 1995, doppietta di Rizzitelli) il derby va al Torino che, tra l’altro l’aveva pareggiato con la Juventus l’ultima volta nel 2002. L’idea intrigante di festeggiare il quarto titolo consecutivo sul campo dei parenti più stretti sfuma per i bianconeri in formazione rimaneggiata in un pomeriggio di minaccia di pioggia che però non arriva. Piuttosto si manifesta il vecchio spirito granata, aiutato da un po’ di insipienza della Juventus, da un atteggiamento non perentorio come al solito e dal tradimento di alcuni riservisti (come Matri). Madama è anche sfortunata: colpisce tre pali, il più bello nel secondo tempo su una magistrale punizione di Pirlo che, nel primo, aveva portato in vantaggio la Juventus dopo una mezzora di sterili e velleitari attacchi granata indirizzando la gara dove voleva Allegri. Al 45’, però, Darmian al termine di un azione con una serie di rimbalzi «sbagliati» che mandano fuori carreggiata la retroguardia della Juventus, pareggia ed è qui lo spartiacque.
La Juventus, che ha cominciato il derby immersa nella vaghezza, rientra in campo supponente, il Torino, invece, ringalluzzito, affonda i denti nella partita e la vince con un gol dell’ex Quagliarella. La reazione della Juventus si ferma tre volte sul palo (oltre a Pirlo, due di Matri) e, nell’unica conclusione difficile, un colpo di testa di Sturaro, sulle mani di Padelli. Lo scudetto è solo rimandato, ma perdere un derby non è bello e non fa bene. Il Torino, invece, ha vinto il suo campionato.
Poteva essere scudetto, invece è festa granata (a parte il fatto che la Lazio pareggia e per favorire Madama avrebbe dovuto perdere). Una grande festa. Dopo vent’anni (9 aprile 1995, doppietta di Rizzitelli) il derby va al Torino che, tra l’altro l’aveva pareggiato con la Juventus l’ultima volta nel 2002. L’idea intrigante di festeggiare il quarto titolo consecutivo sul campo dei parenti più stretti sfuma per i bianconeri in formazione rimaneggiata in un pomeriggio di minaccia di pioggia che però non arriva. Piuttosto si manifesta il vecchio spirito granata, aiutato da un po’ di insipienza della Juventus, da un atteggiamento non perentorio come al solito e dal tradimento di alcuni riservisti (come Matri). Madama è anche sfortunata: colpisce tre pali, il più bello nel secondo tempo su una magistrale punizione di Pirlo che, nel primo, aveva portato in vantaggio la Juventus dopo una mezzora di sterili e velleitari attacchi granata indirizzando la gara dove voleva Allegri. Al 45’, però, Darmian al termine di un azione con una serie di rimbalzi «sbagliati» che mandano fuori carreggiata la retroguardia della Juventus, pareggia ed è qui lo spartiacque.
La Juventus, che ha cominciato il derby immersa nella vaghezza, rientra in campo supponente, il Torino, invece, ringalluzzito, affonda i denti nella partita e la vince con un gol dell’ex Quagliarella. La reazione della Juventus si ferma tre volte sul palo (oltre a Pirlo, due di Matri) e, nell’unica conclusione difficile, un colpo di testa di Sturaro, sulle mani di Padelli. Lo scudetto è solo rimandato, ma perdere un derby non è bello e non fa bene. Il Torino, invece, ha vinto il suo campionato.