Le batterie ricaricabili agli ioni di litio sono state una salvezza per molti; prima di tutto per l’ambiente, inquinato da anni di alcaline usa e getta, che una volta terminato il loro ciclo di vita vanno a finire nei contenitori appositi (se va bene). Il boom delle batterie agli ioni di litio è tale che attualmente vengono utilizzate per una vasta gamma di dispositivi: dagli orologi agli aerei a energia solare.
Ma con gli innumerevoli oggetti hi-tech che ci portiamo dietro ogni giorno quello della ricarica sta diventando un problema serio: tra smartphone, tablet, macchine fotografiche, lettori mp3 e ultrabook, il cittadino multimediale deve far scorta di caricabatteria e andare alla disperata ricerca di una presa di corrente. Ma a Stanford hanno trovato la soluzione o almeno un espediente per mitigare il disagio.
I ricercatori dell’università californiana hanno sviluppato un nuovo tipo di batteria ricaricabile in circa un minuto grazie a cellule in ioni di alluminio il cui costo di produzione è inferiore di quello richiesto per le ioni di litio e in grado di garantire performance più alte sia in quanto a durata che sicurezza. Le batterie assemblate non sono infatti inclini a esplodere quando danneggiate, come può invece accadere a quelle installate in cellulari e dispositivi elettronici di vario tipo: “Le nostre batterie non scoppieranno anche se le utilizzate quando sono guaste o forate” – scrive il professore di chimica Hongjie Dai a capo dello studio i cui risultati sono stati pubblicati sul numero di Nature del 6 aprile.
Lo sviluppo di super-batterie non è di certo nuovo, il fatto è che molti progetti tra cui quello 3D dell’Università dell’Illinois o la ricarica “col vento” studiata dalla Texas Instruments sono costosi da realizzare e avrebbero un impatto non irrilevante sul prezzo finale proposto ai clienti. La scelta dell’alluminio è invece vantaggiosa sia a livello economico che di prestazioni, la via migliore da seguire per portarci nella prossima era della ricarica in mobilità. (La Stampa)
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Ma con gli innumerevoli oggetti hi-tech che ci portiamo dietro ogni giorno quello della ricarica sta diventando un problema serio: tra smartphone, tablet, macchine fotografiche, lettori mp3 e ultrabook, il cittadino multimediale deve far scorta di caricabatteria e andare alla disperata ricerca di una presa di corrente. Ma a Stanford hanno trovato la soluzione o almeno un espediente per mitigare il disagio.
I ricercatori dell’università californiana hanno sviluppato un nuovo tipo di batteria ricaricabile in circa un minuto grazie a cellule in ioni di alluminio il cui costo di produzione è inferiore di quello richiesto per le ioni di litio e in grado di garantire performance più alte sia in quanto a durata che sicurezza. Le batterie assemblate non sono infatti inclini a esplodere quando danneggiate, come può invece accadere a quelle installate in cellulari e dispositivi elettronici di vario tipo: “Le nostre batterie non scoppieranno anche se le utilizzate quando sono guaste o forate” – scrive il professore di chimica Hongjie Dai a capo dello studio i cui risultati sono stati pubblicati sul numero di Nature del 6 aprile.
Lo sviluppo di super-batterie non è di certo nuovo, il fatto è che molti progetti tra cui quello 3D dell’Università dell’Illinois o la ricarica “col vento” studiata dalla Texas Instruments sono costosi da realizzare e avrebbero un impatto non irrilevante sul prezzo finale proposto ai clienti. La scelta dell’alluminio è invece vantaggiosa sia a livello economico che di prestazioni, la via migliore da seguire per portarci nella prossima era della ricarica in mobilità. (La Stampa)
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